Dopo 25 anni di esperienza nel settore dell'infoltimento capillare, ho visto da vicino la sofferenza di moltissime persone, uomini e donne, legata alla caduta dei capelli. Una sofferenza che non deriva solo dalla condizione fisica in sé, ma anche dalle derisioni e dai giudizi delle persone, sia verso chi soffre di alopecia, sia verso chi cerca di risolvere o affrontare il problema con sistemi di infoltimento. Ho riflettuto molto su questi atteggiamenti di scherno, che ho osservato nel tempo in diversi ambiti: dalla scuola al contesto sociale, fino al mondo del lavoro, dove l'aspetto fisico può diventare una fonte di discriminazione e compromettere la qualità della vita e le opportunità professionali.
Tutte queste riflessioni mi hanno portato a coniare un termine che riassuma il bullismo legato al mondo dei capelli: **tricobullismo**. Con questo termine, voglio mettere in evidenza come questa forma di bullismo sia altrettanto pericolosa e dannosa quanto le altre forme di prevaricazione legate all’aspetto fisico, e non vada assolutamente sottovalutata. Il tricobullismo colpisce le persone che vivono il disagio della perdita dei capelli o che decidono di adottare soluzioni per risolverlo, e lo fa minando la loro autostima e il diritto a sentirsi liberi di esprimere se stessi senza paura di giudizi o derisioni.
Il mio obiettivo è quello di far comprendere che il tricobullismo deve essere riconosciuto come una forma di bullismo che rientra a pieno titolo nel body shaming. Proprio per questo motivo sto creando una raccolta di adesioni, con l'intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e dimostrare che questo problema è reale, diffuso e merita di essere trattato con la stessa attenzione e gravità riservata ad altre forme di bullismo. È fondamentale creare una consapevolezza collettiva affinché chi vive queste situazioni sia protetto e rispettato.
Questa iniziativa nasce con lo scopo di difendere la dignità, l'integrità psicofisica e la salute mentale di tutti coloro che subiscono atti di discriminazione legati alla calvizie o alla perdita di capelli. Si tratta di una battaglia contro il "Tricobullismo", una forma di abuso che incide profondamente sul benessere fisico e psicologico delle persone. Attraverso una serie di campagne di sensibilizzazione su scala nazionale si intende promuovere una maggiore consapevolezza su questa problematica, affinché vengano introdotte sanzioni appropriate per chi perpetra tali comportamenti. L’obiettivo è creare una cultura di rispetto, in cui le differenze fisiche siano valorizzate piuttosto che stigmatizzate, esattamente come già avviene per altre forme di body shaming.
Si definisce tricobullismo qualsiasi atto di discriminazione, umiliazione o molestia—che sia di natura fisica, verbale o virtuale—rivolto a persone affette da calvizie, alopecia androgenetica, alopecia areata, alopecia universale, alopecia cicatriziale, alopecia traumatica, alopecia derivante da trattamenti radio o chemio terapici, alopecia derivante da Lichen, alopecia derivante da lupus, alopecia derivante da ustioni, alopecia derivante da celiachia o altre condizioni mediche che comportano la perdita di capelli. Il tricobullismo include anche la derisione o il discredito delle soluzioni estetiche adottate per migliorare il benessere psicofisico, quali protesi, patch cutanei, autotrapianti, tricopigmentazioni, parrucche, toupet o capelli sitentici. Tale condotta può manifestarsi in contesti diversi, dai social media ai luoghi di lavoro, dalle scuole agli spazi pubblici, e può colpire chiunque.
Queste soggetti, oltre a dover affrontare il difficile impatto psicologico della propria condizione, si trovano spesso a subire scherni e atti di crudeltà, che minano ulteriormente la loro autostima e il loro benessere emotivo.
Il nostro primo passo sarà rivolto a sensibilizzare le principali istituzioni pubbliche, tra cui tutti i Ministeri che possono essere coinvolti in questa tematica, affinché si impegnino nella promozione di campagne nazionali di prevenzione e informazione sul tricobullismo. Queste campagne saranyno destinate alle scuole dove i più giovani sono spesso esposti a fenomeni di bullismo, alle aziende dove anche i lavoratori in età adulta sono esposti a questa tematica, al così detto terzo settore nonché a tutta la società civile. L’obiettivo è di educare la società alla comprensione e al rispetto delle differenze fisiche, contrastando i pregiudizi che ancora gravano su chi soffre di calvizie o di alopecia.
Si auspica l’istituzione di una Giornata Nazionale contro il Tricobullismo. Questo evento avrà lo scopo di catalizzare l’attenzione su un tema troppo spesso trascurato, attraverso attività educative, informative e di sensibilizzazione. Sarà un’occasione per abbattere gli stereotipi e diffondere una nuova visione, in cui la calvizie e le altre condizioni che comportano la perdita di capelli siano finalmente normalizzate e comprese, e non più motivo di scherno o vergogna.
Riteniamo essenziale che la lotta al tricobullismo, come del resto tutte le forme di bullismo, parta dall’educazione dei più giovani. Per questo motivo, proporremo l’inserimento nei programmi scolastici di moduli didattici specifici che affrontino il tema del rispetto delle diversità fisiche in generale. Educare le nuove generazioni a una cultura inclusiva e rispettosa è il modo più efficace per prevenire comportamenti discriminatori, promuovere l’accettazione delle differenze come un valore e non come una colpa e far sì che non si creino situazioni di disagio e incomprensioni.
Come già avviene per il body shaming, proporremo l'inserimento di espressioni come “pelato”, “parrucchino”, “gatto morto”, e altri termini volutamente offensivi in un elenco di termini che, se utilizzate con intento discriminatorio o derisorio, produrranno conseguenze sanzionabili sia livello amministrativo sia a livelli penale, che saranno quantificate in relazione alle condotte perpetrate e alla loro gravità, con l’obiettivo di correggere comportamenti lesivi e promuovere una maggiore sensibilità verso le persone affette da calvizie.
L'adozione di queste misure, in linea con quanto già legiferato per altre forme di bullismo, riflette l'importanza di contrastare in maniera decisa ogni forma di bullismo e garantisce che le vittime di tricobullismo e di bullismo in genere ricevano la tutela adeguata.
Si auspica la creazione di un fondo di risarcimento dedicato alle vittime di tricobullismo, finanziato dalle sanzioni amministrative raccolte. Questo fondo permetterà alle vittime di accedere a servizi di supporto e consulenza, oltre a rappresentare un segnale concreto di sostegno e vicinanza da parte delle istituzioni a tutti i soggetti che vivono questo disagio.
Si auspica che le vittime di tricobullismo, come già accade pera altre forme di bullismo, possano avere diritto a ricevere un’assistenza psicologica gratuita. Tale assistenza psicologica avrà il compito di restituire la dignità, recuperare la propria autostima, superare il trauma e intraprendere un percorso di reintegrazione sociale.
Si auspica che venga istituita una linea telefonica nazionale dedicata alle vittime di tricobullismo, gestita da consulenti formati per offrire un supporto immediato e concreto. Questa linea garantirà un aiuto tempestivo e rappresenterà un punto di riferimento per coloro che hanno o subiranno abusi o discriminazioni.
Garante di questa iniziativa con oltre 24 anni di esperienza nel campo della lotta alla calvizie, ideatore del Patch Cutaneo e unico titolare del relativo marchio “Tricobullismo”, mi assurgo a punto di riferimento per coloro che subiscono e subiranno atti di tricobullismo. Fin da ora mi impegnerò attivamente a presentare l'iniziativa alle istituzioni competenti, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e ottenere il sostegno necessario per realizzare i programmi di controllo e riabilitazione come sopra descritti.
Garanzia di tutto ciò è il mio know-how maturato in oltre due decenni di attività, che mi ha permesso di conoscere approfonditamente le problematiche e le esigenze dei soggetti che ho trattato a livello professionale. Questa iniziativa rappresenta un primo passo verso la costruzione di un ambiente più inclusivo e sicuro, in cui le persone affette da calvizie o alopecia possano vivere senza paura di discriminazioni, con l’aiuto di strumenti concreti e una rete di supporto.
Ringrazio anticipatamente quanto aderiranno a questa iniziativa.
Le mie sculture luminose appartengono alla cultura che viviamo tutti i giorni con brillante e ricorrente giocosità ma affrontano anche problematiche più profonde come in questo caso la grande invenzione del Patch Cutaneo di Fabrizio Labanti e la sua mission.
Poter ridare immagine e autostima a chi ne ha necessità.
Ho realizzato per questa occasione due immagini, il primo personaggio accovacciato l’ho chiamato Tric (riferito al tricobullismo) il secondo invece è isiprato all’uomo vitruviano di Leonardo che parla dell’armonia del corpo e con se stessi, e ben vengano tutti i mezzi per aiutare chi non si sente a proprio agio.
Credo fermamente che avere capelli sani e naturali sia un diritto di tutti.
La mia missione è aiutare le persone a ritrovare la loro autostima e vivere una vita piena e soddisfacente.